Da un giornale sezionale dell’ ANA, di cui non si ricorda la testata, alcuni anni or sono era apparso un articolo sulla preghiera dell’alpino e di cui riportiamo una parte che riteniamo interessante conoscere.

 

 

 

 

 

COM’ERA NEL 1941

 

     Tra pascoli e pinete, sulla nuda roccia, sui ghiacciai perenni della grande cerchia delle Alpi, che la bontà divina ci ha dato per culla e cresta a baluardo sicuro delle nostre contrade, nella torrida estate come nel gelido inverno, l’anima nostra si rivolge a Te, o Signore, che proteggi le nostre madri, le nostre spese, i nostri figli lontani e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

     Salvaci, o Signore, dalla furia della tormenta, dall’impeto cieco della valanga e fa che il nostro piede passi sicuro sulle creste vertiginose, sulle dritte pareti, sui crepacci insidiosi.

     Così, ad intercessione della Tua e nostra Mamma Maria, conserva , o Signore pietoso, pur le nostra labbra ed onesta la nostra vita.

     Proteggi, o Signore, l’amato Sovrano, il Sommo pontefice, il nostro Duce e concedi che, per le ognor più belle fortune dell’amata Patria, ci manteniamo fedeli sempre al gelosissimo motto che infiamma il nostro labaro[ nec descendere, nec morari].

 

 

 

COME VENNE MUTATA NEL DOPOGUERRA

 

 

     Su per le nude rocce, su perenni ghiacciai, su ogni balza delle Alpi ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo fedele delle nostre contrade, noi, purificati dal dovere pericolosamente compiuto, eleviamo l’animo a Te, o Signore che proteggi le nostre mamme, le nostre spose, i nostri figli e fratelli lontani e ci aiuti ad essere degni delle glorie dei nostri avi.

     Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi, salva noi, armati come siamo di fede e di amore. Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga. Fa che il nostro piede posi sicuro su creste vertiginose, su le diritte pareti, oltre i crepacci insidiosi. Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà cristiana.

     E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza ed ogni sacrificio di tutti gli Alpini caduti, Tu che conosci e raccogli ogni anelito ed ogni speranza di tutti gli Alpini vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi ai nostri Battaglioni.

 

 

 ................................................................................................................................................

 

 

Da questo confronto, fra le due preghiere, noi del coro alpino Monte Nero della sezione ANA di Cividale del Friuli, per aver il privilegio di essere spesso vicini agli Alpini dell’8 Rgt., non più formato da soldati di leva, ma da volontari, constatiamo con piacere che anche essi hanno ancora in cuore la Patria, il senso del dovere  e della solidarietà, l’orgoglio per il cappello alpino ed il desiderio di continuare a fare di quest’Arma una cosa unica al mondo ed invidiata da tutti.

(Mariano Del Negro)